Sant’Agata del Bianco, il borgo dei murales

Sant’Agata del Bianco, ormai conosciuto come il borgo dei murales, è un piccolo gioiello che negli ultimi anni, grazie alla lungimiranza e alla passione dei suoi amministratori, sta uscendo dall’anonimato per rinascere a nuova vita.

Gita a Sant’Agata del Bianco

È una domenica di aprile, le giornate si allungano e la voglia di godere nuovamente della primavera ci spinge, incuriositi da foto che viaggiano sul web, a visitate il piccolo borgo di Sant’Agata del Bianco. Siamo al confine sud della Locride, a circa 400 metri slm, tra il blu dello Jonio e le cime dell’Aspromonte.

 

sant'agata del bianco murales

I murales e la casa di Saverio Strati

Giunti in piazza iniziamo il nostro percorso seguendo le indicazioni: Murales e Casa di Saverio Strati. In autonomia ci avventuriamo tra i vicoli scoprendo scorci di un passato, più o meno remoto, impresso sui muri e sulle porte.

Si tratta della serie di murales che costellano l’intero borgo e raccontano la storia dei poeti contadini come Michele Strati, che conosceva Dante a memoria o i protagonisti del romanzo di Saverio Strati, Tibi e Tascia.

 

 

Questi piccoli ma fondamentali interventi di rigenerazione sono frutto dell’intuizione del Sindaco e dell’intera amministrazione comunale che da anni combatte contro il degrado e le “brutture” del centro storico, in gran parte disabitato.

L’arte dei murales da un lato esalta la bellezza, celando il degrado, e dall’altro racconta la storia del borgo.

Diversi sono gli artisti che negli anni hanno contribuito a rendere unico questo luogo. Lungo il percorso visitiamo la casa di Saverio Strati e il Museo degli oggetti smarriti, un piccolo rifugio appartenente ad un appassionato che, negli anni, ha raccolto una grandissima quantità di oggetti antichi ed abbandonati.

Giunti al termine del nostro giro incontriamo, casualmente, il giovane sindaco con il quale scambiamo piacevolmente qualche chiacchiera, complimentandoci dell’ottimo lavoro svolto.

La sua risposta, reale e allo stesso tempo piena di soddisfazione, trasmette la passione e la dedizione nei confronti di questo ambizioso progetto: noi non abbiamo la Villa Romana di Casignana per cui abbiamo dovuto inventarci un paese!

 

 

I palmenti e le sculture in pietra

Si propone allora di accompagnarci alla scoperta di altri tesori nascosti. In auto raggiungiamo il regno di Vincenzo Baldissarro, un artista locale che lavora la pietra realizzando opere uniche.

Nel tempo libero, infatti, Vincenzo lavora a rendere unico un grande masso di roccia calcarea presente nel suo terreno.

Nella roccia si scorgono le sagome di due sirene dormienti, un cavallo, un presepe realizzato all’interno dell’incavo, un grande piede e altre opere in continua evoluzione.

Concludiamo il giro raggiungendo località Campolico, a circa 4 km dal centro storico, un luogo paesaggisticamente incantevole dove si svolge, dal 2017, il Festival musicale “Stratificazioni” che ogni estate richiama migliaia di turisti provenienti da ogni luogo.

 

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